... sto salendo verso Folgaria, e a sua volta a Passo Coe per salire al Monte Maggio 1853mt. Un mio caro amico mi aveva chiesto dove si trovava questa montagna, perché suo nonno lì aveva combattuto durante la prima guerra mondiale, ed era anche stato ferito, gli spiegai dove si trovava e da allora ero curioso di salire su questa cima.
Passo Coe 1610 mt, il cielo non promette niente di buono, arrivo al passo tutto chiuso con la voglia che avevo di bermi un caffè, pazienza, la neve e tanta più di due metri ai bordi della strada, cerco di individuare le indicazioni che mi indichino il sentiero per M. Maggio, trovo la freccia proprio vicino al bar "La Stua" ma è come se non ci fosse : mi indica la direzione verso il bianco più assoluto. Faccio un piccolo ragionamento, è la prima volta che voglio salire al M. Maggio, il tempo non promette niente di buono, devo attraversare una fitta pineta, senz’altro i segni non si vedranno a meno che siano a più di due metri di altezza, perché coperti dalla neve, c’è il rischio di perdersi e meglio rinunciare a questa salita : M. Maggio è li anche domani, a volte è meglio rinunciare e ragionare due minuti prima di fare qualche sciocchezza. Salgo sulla cavreta 4X4 e mi abbasso verso M.ga Zonta 1543mt dove esiste un piccolo sacrario della Grande Guerra e nelle vicinanze la base Nato ora dismessa. Proseguo ancora per circa 500 metri e arrivo ad un piazzale con il cippo N° 17 anno 1853 confine Trentino Veneto. Quota 1550 mt. Inizio la salita verso il Rif. Valbona, la mia intenzione è di salire sul M. Toraro, non c’è pericolo di perdersi il percorso è ben leggibile, sono sull’asfalto ai bordi un muro di più di due metri di neve, cade qualche fiocco di neve ma non fa freddo. Dopo una ventina di minuti arrivo al Rifugio Valbona 1690mt. La strada qui finisce, c’è un muro di quasi tre metri di neve quindi rimonto sul percorso : con un ampio raggio ed un traverso arrivo al Valico di Valbona 1782mt che mette in comunicazione l’altipiano con la Val D’Astico. Spira un vento gelido e forte, il cielo è abbastanza scuro, in lontananza verso casa si notano le cime dell’Adamello illuminate dal sole, così anche la Presanella e più in ombra il gruppo di Brenta, guardo verso oriente in primo piano l’altipiano di Asiago e più defilato verso sinistra cima d’Asta e a malapena le Pale di S. Martino ...
... calzo le ciaspe, e parto mantenendomi sulla sinistra sotto la cresta del Cimoncello di Toraro 1870mt. Avanzo per circa 100 metri, non ci sono più segni di passaggio, lo scivolo è ripido e corro il rischio di finire all’entrata del Rifugio Rumor 1658mt che sorge proprio sotto, o magari portato da una slavina anche se non ho il biglietto !!! Ritorno sui miei passi, tento la salita in cresta, mi alzo per circa 50 metri e si presenta davanti a me una enorme meringa di neve, proprio sopra un piccolo salto di roccia e una sottile cresta in cornice. Anche qui non è salutare, scendo e mi sposto sulla destra, mi tolgo le ciaspe e proseguo senza, la pendenza e abbastanza marcata e le ciaspe sarebbero solo un pericolo. Sopra di me ci sono enormi cornicioni di neve, non è che sia molto salutare (però lo penso adesso che sto scrivendo), proseguo a fatica e arrivo alla sella che divide il Cimoncello dal Toraro. Spira un vento maledettamente freddo e forte : ogni raffica devo voltarmi per non essere mitragliato al viso dalla neve gelata che si alza dal suolo, proseguo a zig zag in cerca della neve dura e arrivo sul pianoro del Toraro. In fondo, verso sud, la croce di vetta simbolo della cristianità ai cui lati affiorano le rocce spazzate dal vento : sono a quota 1897mt. Sono passate circa 2 ore e mezza dalla partenza, faccio alcune fotografie, le mani non le sento più dal freddo e quindi mi infilo i guanti, calzo le ciaspe e inizio la discesa. Non ho mai sentito un vento così forte, a volte devo fermarmi e puntarmi con le racchette per non essere sbattuto per neve (terra). Attraverso a ritroso lo scivolo del Cimoncello, sono su una pendenza di circa 45 gradi, la neve è instabile ma ci sono un po' di piante stecchite, se parte qualcosa posso attaccarmi : alla peggio finisco nel pianoro cento metri più in basso !!! Raggiungo il valico di Valbona ora sono più tranquillo, dopo 20 minuti sono al Rif. Valbona purtroppo chiuso. Mi cerco quindi un posticino al riparo dal vento e mi mangio qualcosa, alle mie spalle ogni tanto guardo il Toraro e il percorso appena fatto : Sil hai fatto una bella interessante e incosciente salita !!!
Silvano Bertoletti